Ho soprannominato l’estate 2018 la mia estate asiatica. Dei tre mesi estivi ho trascorso 55 giorni nel continente asiatico, tra Giappone e Sri Lanka. Ed oggi, dopo il racconto del mio battesimo giapponese nella prefettura di Okinawa e nella penisola del Kyushu, mi sposto piú a nord, per una toccata e fuga a Kyoto.
Il mio Giappone 2.0 é stato un viaggio tra i templi di Kyoto, i cerbiatti di Nara, i festival di Osaka, le luci di Tokyo e la natura di Hakone. Ancora una volta, a dispetto dei viaggi organizzati al dettaglio, un viaggio pseudo improvvisato ed aiutato dalla fortuna di avere amici disposti ad ospitarmi.
Ad accogliermi, dopo due aerei ed uno Shinkansen, i colori di Kyoto al tramonto ed il suggestivo quartiere storico di Gion. Le piccole strade mi ricordano Nagasaki, con le case tipiche, gli intarsi nel legno, le lanterne illuminate, i fili elettrici ingarbugliati. Tra gyoza ed una leggera birra giapponese scorre il mio bentornata in Giappone, in una Kyoto di cui mi innamoro a prima vista. Poche settimane prima del mio viaggio, il Giappone é stato colpito da forti piogge e venti che hanno causato danni ai templi, ai parchi ed anche alla natura. Ed ancora, quando arrivo, si va incontro ad un periodo di piogge anche se meno intense.
Infatti, complice il meteo non troppo promettente, ho scelto di non visitare per esempio (ma non solo) il Santuario di Fushimi Inari-taisha ed il famoso bosco di bambú ad Arashiyama. Pazzia, penserete. Forse, ma ci sará un altro momento, ci sará un altro viaggio. Per questa volta tocca a una giornata a Kyoto ed una serie di piccole escursioni nei dintorni (di cui vi parlero’ presto!!!).
Non mi sono fatta scoraggiare e sono partita all’esplorazione di Kyoto con una fidata compagna di avventure: la mia bicicletta gialla! Partendo dalla parte alta della città e scendendo fino al Castello Nijo, antica residenza imperiale, si arriva al cuore di Kyoto e della sua storia. Il Castello è una struttura che a me ha dato l’idea di semplicità ed allo stesso tempo di densità: le pareti lignee sono piene di disegni che sembrano schizzi a matita e raccontato le storie e le leggende dell’epoca imperiale e trasportano la mente ad altri tempi.
Tappa obbligatoria il Nishini Market per un pranzo dai mille colori e sapori: è possibile trovare ogni tipo di strano e invitante (o poco) snack. Dai polipetti contenenti le uova, al pesce secco, al piú classico sashimi. Io, che non sono per nulla schizzinosa, ho provato di tutto e ne è valsa la pena!
Nel pomeriggio, sotto una pioggerellina calma ma sempre accompagnata dalla mia bicicletta e per l’occasione dal k-way, mi sono diretta al complesso di Kyomizu-dera. Kyoto non smette di stupire mentre risalgo le strette viuzze piene di negozietti e pasticcerie locali. Il complesso, oltre ai classici elementi come pagode e santuari, comprende una cascata dal potere propiziatorio per il futuro. Infine, vale davvero la pena trovare il tempo per passeggiare nei vialetti del complesso: il panorama su Kyoto dalla collina è meraviglioso.
La mia esplorazione di Kyoto si è conclusa con un lungo giro notturno. Ho risalito la città lungo i canali nella zona alta con la notte che si avvicinava, le luci che si accendevano e la calma che invadeva le strade. Ho pedalato per quasi due ore attraverso la città e mi sono sentita profondamente fortunata e libera. Adoro visitare le città in bicicletta e Kyoto è davvero perfetta. Il saluto a Kyoto è un arrivederci ricco di emozioni e di voglia di tornare per rifare il pieno (e terminare di visitare il non visto ahah).
Qui termina la prima parte del mio ritorno in Giappone. Qui saluto questa regione meravigliosa e già mi segno tutto ciò che resta da esplorare.
Certa di avere altro da vedere oltre a questa toccata e fuga a Kyoto, alla prossima!
SE VUOI SAPERNE DI PIÙ PUOI TROVARE QUI (IN INGLESE) I MIEI APPUNTI DI VIAGGIO
E, SE TI VA DI SEGUIRMI IN GIRO PER IL MONDO, ALLA PROSSIMA!
A presto, Silvia!
2 commenti
Daniele & Marilena · 22 Luglio 2020 alle 10:30 AM
Kyoto si può tranquillamente riassumere nella tua foto in bianco e nero…
Passeggiare a zonzo per Kyoto sembra proprio di essere catapultati in un’altra epoca!
Tre mesi in Asia?!?!?!?! INVIDIA!!!!!!!!!
silvia_viaggiandolavita · 22 Luglio 2020 alle 12:33 PM
Piu’ 2 che 3 ma si 🙂 Non continuativi, ovviamente! Sono stata un mese tra Okinawa e Kyushu per studio/vacanza, poi 10 giorni in Sri Lanka per diletto, e infine 20 giorni tra Tokyo e Kyoto per lavoro/vacanza! Ho fatto il pieno… di voglia di tornare!