La parola Islanda rievoca in me quello stupore genuino che mi ha pervasa da quando ho messo piede sul nostro minivan. Los tesso stupore che mi ha accompagnata poi alla scoperta dell’isola da nord a sud, attraverso panorami mozzafiato e giornate vissute fino all’ultimo secondo. Ero pronta a vivere a pieni polmoni il tanto sognato itinerario di 12 giorni in Islanda.
Ti ho parlato di queste emozioni in un racconto pseudo ordinato in cui nomi di luoghi, sensazioni e riferimenti fanno parte di un grande milkshake chiamato on the road in Islanda. Oggi vorrei invece entrare nei dettagli di un planning sufficientemente dettagliato che abbiamo steso prima di partire ed aggiustato durante il viaggio, assecondando le nostre esigenze ed il meteo.
Periodo del viaggio: prima metà di settembre 2019.
Cose da tenere in considerazione leggendo:
- alcune scelte sono state dettate dal meteo;
- alcune scelte sono state dettate dalla forma fisica (mi sono presa un bel raffreddore);
- quando fermarsi a mangiare era deciso al momento in base alla fame ed alle escursioni;
- nessuna notte e’ stata programmata in anticipo ma seguivamo il percorso: ogni giorno a pranzo cercavamo uno o due campeggi ipotetici dove fermarci quella stessa sera.
Quindi, se vorrai prendere spunto da questo nostro itinerario di 12 giorni in Islanda, il mio consiglio è comunque di lasciarti la libertà di viaggiare con il tuo tempo.
Sarà un regalo bellissimo.
ITINERARIO DI 12 GIORNI IN ISLANDA
GIORNO 1
Arrivo a Reykjavik in tarda serata.
Notte in aeroporto.
GIORNO 2
Ritiro del nostro Kuku camper.
Pomeriggio: Cascate di Barnafoss e Hraunfossar. Dopo mille arcobaleni ci siamo diretti verso la penisola di Snaefellsnes e fatto uno stop per ammirare Bjarnafoss.
Pernottamento a Grundarfjörður.
GIORNO 3
Mattino: Cascata Kirkjufells e passeggiata sulla costa a Gatklettur per scoprire i ponti di roccia.
Pomeriggio: Mini-hiking sul cratere di Gabrok, tanto vento e una vista che sa di infinito.
Pernottamento nei pressi di Laugarbakki.
GIORNO 4
Mattino: un tratto lungo di auto avente come intervalli una passeggiata rigenerante sulla spiaggia nera nei pressi di Hvitserkur e la visita alla cascata Godafoss. Imponente.
Pomeriggio: trekking di circa 3h (andata, ritorno e pausa) per raggiungere Aldeyjarfoss e il maestoso canyon che la introduce. Questo trekking si poteva risparmiare avendo una 4×4, ma personalmente mi è piaciuto sgranchirmi le gambe e spendere alcune ore a contatto con la natura, nonostante la pioggerella che ci ha accompagnati per tutto il pomeriggio.
Pernottamento vicino al lago di Myvatn.
GIORNO 5
Mattino: passeggiata risveglio muscolare nell’area del lago e degli pseudo-crateri, visita a Grjótagjá e piccolo bagno turco quotidiano tra i vapori allo zolfo dell’area di Hverir. Mattina intensa di una giornata bellissima dal punto di vista meteorologico: sole, sole, sole!
Pomeriggio: parco nazionale di Jökulsárgljúfur con visita a tre maestose cascate tra cui Dettifoss. Infine, relax alle terme di Myvatn fino a sera inoltrata.
Pernottamento a Möðrudalur.
Scopri cosa fare in un giorno nell’area di Myvatn.
GIORNO 6
Mattino: una visita velocissima a Möðrudalur per fare delle foto alle tipiche casette ricoperte d’erba e poi via verso il punto panoramico da cui ammirare lo Studlagil canyon.
Pomeriggio: trekking di circa 3/4h(incluso il tempo per le foto, che è di notevole impatto in questa tappa) per giungere alla gola dello Studlagil canyon.
Pernottamento vicino ad Hengifoss.
GIORNO 7
Mattino: causa pioggia a dirotto la nostra escursione a Hengifoss viene cancellata e decidiamo di affrontare un altro lungo spostamento in auto dirigendoci verso Hofn.
Pomeriggio: visita alla spiaggia nera di Vestrahorn (la mia preferita tra le spiagge nere che abbiamo visitato.
Pernottamento vicino a Jokulsarion Lagoon.
GIORNO 8
Mattina: hiking di circa 1h45 per andare e tornare dal visitor center del parco di Skaftafell a Svartifoss. Poi, tappa obbligatoria a Diamond Beach, che di mattina regala uno spettacolo unico.
Pomeriggio: gita in barca a Jokulsarion Lagoon (bella ma non indispensabile) per ammirare il ghiacciaio più da vicino. Infine una delle escursioni più inaspettate del viaggio: Fjaðrárgljúfur Canyon, uno spettacolo di verde e azzurro che ci ha lasciati a bocca aperta.
Pernottamento a Vik.
GIORNO 9
Mattino: risveglio gelido (letteralmente sotto zero) e giornata ventosissima. Piccole tappe ravvicinate nei pressi di Vik per ammirare il paesino dall’alto, per passeggiare sulla sabbia nera a Reynisfjara e per ammirare la costa dall’alto della penisola di Dyrhólaey.
A cavallo del pranzo affrontiamo un’avventura psicologica per raggiungere il (troppo) famoso Plane Wreck. Ci aspettavamo qualcosina in più da questa escursione della durata di 3h andata e ritorno (più di 5km percorsi in un paesaggio desertico), a cui aggiungere del tempo per le foto.
Pomeriggio: ci regaliamo una vera avventura, andando a scoprire una delle piscine termali più antiche dell’Islanda, Seljavallalaug: ci regaliamo un veloce bagno vista montagne verdi e ci riprendiamo dalla stanchezza lasciata dalla mattinata. Ricaricati facciamo una piccola tappa a Kvernufoss, una cascata pressoché sconosciuta in una zona turistica. Una piccola gemma.
Pernottamento ai piedi (letteralmente) di Skogafoss.
Scopri le 3 cascate che non possono mancare nel tuo itinerario.
GIORNO 10
Mattino: buongiorno con Skogafoss e una sessione fotografica libera dall’affolamento turistico. Poi proseguiamo in direzione Seljalandsfoss e Gljúfrabúi, facendo tappa a Gugglafoss. Una mattina densa di cascate e ricca di sole.
Pomeriggio: trekking e relax a Reykjadalur Hot Spring Thermal River, un torrente dall’acqua calda dove è possibile fare il bagno. Il percorso di sola andata dura circa un’ora ed attraversa hot spring ad alte temperature (anche 100 gradi), fino ad arrivare alla zona del torrente dove è possibile immergersi. Una delle mie esperienze preferite del viaggio.
Pernottamento vicino a Gulfoss.
GIORNO 11
Mattino: ci svegliamo sotto la pioggia e litighiamo tutto il giorno con il maltempo. Riusciamo a vedere Geysir riparandoci con un ombrellino e facciamo una corsa a Gulfoss con addosso impermeabile e poncho. Tuttavia siamo stati costretti a saltare Bruarfoss e Oxararfoss.
Pomeriggio: nonostante il maltempo riusciamo a salvare l’esperienza del Blue Lagoon. Entriamo sotto la pioggia e con raffiche di vento, ma dimentichiamo subito tutto quando capiamo perché si chiami “Blue” e ci lasciamo coccolare dopo 11 giorni di vita in camper.
Pernottamento a Reykjavik.
GIORNO 12
Mattino: visita alla capitale islandese passeggiando per le vie colorate della città fino a Hallgrimskirkja, arrivando fino alla scultura Sun voyager e proseguendo fino al molo dove mangiamo una prelibata zuppa di aragosta al consigliatissimo e tipicissimo ristorante Sea baron.
Pomeriggio: consegna del nostro Kuku camper e volo di ritorno.
COSE CHE SI SAREBBERO POTUTE AGGIUNGERE (E MOTIVO DI ESCLUSIONE)
- Gita per ammirare le balene (già fatto in Sri Lanka);
- Noleggiare una macchina 4×4 (avendo 11 giorni e preparando l’itinerario abbiamo notato che in questo tempo avremmo avuto abbastanza da visitare senza addentrarci in strade troppo remote – confermo a posteriori che abbiamo goduto a pieno ogni momento senza rimpianti e con un notevole sollievo da parte del portafogli);
- Visita alla cittadina Seyðisfjörður (quella sera eravamo distrutti e l’idea di affrontare più di un’ora di macchina per raggiungere questa cittadina ha perso contro una zuppa calda e le coperte);
- Hengifoss (questo trekking era in programma ma quella mattina pioveva a dirotto e ci è stato sconsigliato anche dai campeggiatori locali a cui abbiamo chiesto consiglio);
- Westfjords (numero più elevato di strade percorribili solo da 4×4 e, primariamente, ragioni di tempo).
Per quanto riguarda il nostro itinerario di 12 giorni in Islanda questo è tutto, restano tante foto da riguardare, tante emozioni da condividere e rivivere e, chissà, qualche altro ricordo e tips da mettere nero su bianco.
SE VUOI SAPERNE DI PIÙ PUOI TROVARE QUI (IN INGLESE) I MIEI APPUNTI DI VIAGGIO
E, SE TI VA DI SEGUIRMI IN GIRO PER IL MONDO, ALLA PROSSIMA!
A presto, Silvia!
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