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In tempi difficili, si sa, il cibo non è un’opinione. In piena psicosi 2020 da corona (e non sto parlando della regina), con supermercati vuoti e voglie infinite, meglio scappare a Napoli (se vi fanno entrare) e tuffarsi nelle prelibatezze locali.
Quindi, lasciamoci trasportare da Samu e Marghe, alias i Dovesiba, in un viaggio sensoriale nella bella Napoli. Questa collaborazione è nata dall’iniziativa #aiutiamociadaiutarci ideata da Chris e Ele di Insolitotramtravel.

Ormai è cosa risaputa: a Napoli il cibo è sacro. Voi direte, ragazzi avete fatto la scoperta dell’acqua calda! Ma è bene ribadirlo come concetto, anche perché, senza un adeguato piano di battaglia, si rischia di soccombere tra una frittatina e un babà alla panna, finendo dritti dal dottor Nowzaradan.
Anche per noi il cibo è talmente sacro che non possiamo sottrarci, in viaggio, dal programmare le tappe gastronomiche.
A questo proposito, abbiamo pensato di aiutare i neofiti di questa meravigliosa metropoli, suggerendo un itinerario in giro per il centro storico di Napoli, passando per le sue specialità culinarie. 

COLAZIONE AL GAMBRINUS

PRIMA TAPPA: colazione al Gambrinus.
Il nostro viaggio gastro-sensoriale (si, abbiamo appena inventato questo termine, quindi vogliamo i diritti!) inizia in una delle piazze più famose di Partenope, ovvero Piazza del Plebiscito. E dove dare il là alla giornata, se non in uno dei luoghi più iconici, lo storico Caffè Gambrinus
La sua storia inizia, addirittura, nel 1860: al piano terra del palazzo che oggi ospita la Prefettura, viene aperto Il Gran Caffè. 
Questo diviene, ben presto, un luogo di incontro per artisti e letterati; nel 1890 (rischiando la chiusura) viene preso in fitto da Mariano Vacca, che lo trasforma nello splendente Caffè che conosciamo adesso, arricchito dall’opera dei migliori artisti e paesaggisti napoletani.
Il Gambrinus è IL CAFFE’ a Napoli. E’ davvero un’esperienza unica, basti pensare al fatto che resta uno dei pochi ad avere ancora l’abitudine del caffè sospeso
Quando si varca la soglia e ci si appresta ad osservare il rituale del caffè al banco, i baristi ti guidano, ti accompagnano..talvolta ti sgridano anche, se non fai tutto nel giusto ordine!!
Prima l’acqua, poi il caffè. Se la tazzina non segue la regola delle “tre C”, non va bene. 
Insomma, il caffè a Napoli è un vero e proprio tango!

SPUNTINO A PASSIONE DI SOFI

SECONDA TAPPA: lo “spuntino” di metà mattinata.
Sicuramente, tutta questa agitazione del compiere alla perfezione il rito del caffè, unito ad una bella passeggiata sul lungomare Caracciolo (che da Piazza del Plebiscito è davvero a un tiro di schioppo), vi avranno messo appetito. 
Bisogna assolutamente rimediare.
All’occorrenza, se si risale via Toledo, di fianco la mirabile Galleria Umberto, in ferro e vetro, (chi è abituato a quella milanese, stenterà a trovarne le differenze!) ci si ritrova in una piccola bottega, dalla quale si propaga un profumo che farebbe andare in estasi le papille gustative di chiunque.
Si tratta di Passione di Sofì, un angolo di paradiso stile “mini quartiere popolare”, in cui si può trovare davvero la sintesi di tutti i sapori della tradizione. 
Sarete indecisi se scegliere il cuppetiello di mare e quello di terra. Noi, ancora adesso, non sappiamo a quale dei due rinunciare! 
Se, poi, siete tipi da man versus food, dovete approfondire la conoscenza con la frittatina e la montanara, due must dello street food “alla napoletana”.

DOVE MANGIARE LA PIZZA A NAPOLI?

TERZA TAPPA: il pranzo.
Ok, lo ammettiamo, forse la sosta da Sofì è stata un tantino esagerata.
Vi siete appena resi conto di aver ingurgitato una quantità di calorie pari a quella di tre cenoni di Capodanno? Niente paura, abbiamo intenzione di farvi sgambettare un po’ per il pranzo.
E’ arrivato il momento di assaggiare una delle prelibatezze che ha reso Napoli la regina della cucina internazionale: la pizza!
Bisogna dire che, all’interno del centro storico, si trovano diverse famose ed ottime pizzerie: Sorbillo, Di Matteo, il Presidente, la Figlia del Presidente, vantano tutte un antico passato ed un presente ricco di sapori;  si trovano più o meno tutte sul Decumano Maggiore, ovvero Via dei Tribunali (altrimenti definita Spaccanapoli, dove si possono trovare anche altre folkloristiche botteghe artigianali).
Se, però, è la prima volta che assaggiate la vera pizza napoletana, patrimonio dell’Unesco, non possiamo non portarvi dal primo, antico ed inimitabile Michele, nel quartiere di Forcella.
Il suo fondatore, Michele Condurro, pizzaiolo già dagli albori del secolo scorso, ha iniziato una tradizione che, ancora oggi, viene portata avanti dal figlio e dal nipote: niente gusti alternativi, solo Margherita e Marinara.
Insomma, se volete sapere che gusto ha la vera pizza di Napoli, questo è sicuramente il posto che fa per voi!
Per arrivarci, ci si addentra nel secondo nucleo più antico della città: percorrendo via Toledo fino a Piazza Dante, verrete inghiottiti all’interno di un intricato gomitolo di strade.
Cardi e Decumani si intrecciano perpendicolarmente, testimoniando la presenza della Neapolis romana. 
Come dite? Prima di raggiungere la pizzeria volete concedervi un po’ di tempo per entrare in contatto con la storia greco-romana della città?
Nessun problema! Potete procedere per Via dei Tribunali ed approfittarne per una visita alla Napoli Sotterranea, un tour organizzato (costo a persona 10 euro) che vi farà discendere letteralmente nella pancia della città…tra cunicoli e cisterne, leggende e verità!

I DOLCI TIPICI DI NAPOLI

QUARTA TAPPA: il dolce pomeridiano.
Se ve lo state chiedendo, no, non abbiamo ancora finito di mangiare! 
Non è concepibile, nella città dell’abbondanza, arrivare fino alla sera senza aver assaggiato almeno un dolcetto. E Napoli, ragazzi, ne ha davvero per tutti i gusti.
Sicuramente, vorrete assaggiare il babà, la pastiera, la caprese, ma siamo onesti, la regina indiscussa dei dolci napoletani è lei: la sfogliatella!
Che sia riccia o frolla, questo dolce sa sempre stupire, con il suo gusto intenso e mai scontato. Si dice che la sua invenzione risalga, addirittura, al 1600, per opera di una monaca di clausura della costiera Amalfitana. 
Fortunatamente, rientrando da Forcella, tornando verso il mare, si intercetta una delle pasticcerie più famose, frequentata, perbacco, da artisti come De Filippo e Totò!
Stiamo parlando di Scaturchio, situata in Piazza S. Domenico Maggiore, nel cuore pulsante della polis greca.
Fondata da due fratelli calabresi, 120 anni or sono, questo laboratorio di delizie vi farà tornare indietro nel tempo. 
Vi consigliamo, una volta giunti, di sedervi in uno dei tavolini antistanti la Chiesa (vale la pena anche farci una breve visita, perchè è una delle poche chiese gotiche di Napoli) e di gustarvi una sfogliatella fumante, magari accompagnata da un bel caffè. 

OLTRE AL CIBO, IL PATRIMONIO DELL’UNESCO

UN BREAK PRIMA DI CENA: alla scoperta del centro storico patrimonio dell’UNESCO.
Ci stiamo apprestando alla fine della giornata, ma, diciamolo, è essenziale una sosta tra una tappa e l’altra, sennò, dopo questo viaggio gastro-sensoriale, vi servirà una lavanda gastro-intestinale!!
Quindi, vediamo, siamo in zona decumani: si può pensare ad una visita alla Cappella San Severo, un gioiello di scultura barocca, voluta dal Principe di San Severo (che, si dice, fosse un alchimista!).
Al suo interno, si trova una delle statue più famose al mondo, per il suo estremo realismo: il Cristo Velato.
Diciamo che solo la vista di quest’opera (di cui, avvisiamo, sono proibite le foto!), unita alla storia della cappella e del suo mecenate, valgono tutto il costo del biglietto (circa 7 euro).
Terminata la visita alla cappella, ci spostiamo di poco, precisamente in vicolo Santa Chiara: questa strada costeggia l’imponente insula conventuale, al cui interno si trova l’omonima chiesa.
La chiesa di Santa Chiara è un’altra delle architetture gotiche del centro storico, ripristinata al suo stile originale, in seguito ai bombardamenti avvenuti nel ‘43. 
Vi consigliamo, oltre alla visita all’interno della chiesa, un passaggio nel chiostro maiolicato (costo del biglietto=6 euro), realizzato da Domenico Vaccaro in periodo settecentesco.
Per i fotografi incalliti, sappiate che questa location è altamente instagrammabile! 
La nostra passeggiata nello stomaco di Partenope (si vede che sta già arrivando l’ora di cena?) continua, attraversando prima Piazza del Gesù , poi discendendo via Monteoliveto, fino all’incrocio con via Medina: mentre camminate, tenete su i vostri occhi, per ammirare i palazzi storici, con i loro cortili interni, le chiese ed i chiostri (da segnalare il chiostro della Chiesa di Santa Maria la Nova, un altro gioiellino).
A poco a poco, ci avviciniamo alla nostra tappa conclusiva: quella che ci condurrà a cena!

A CENA NEI QUARTIERI SPAGNOLI

QUINTA TAPPA: la cena.
Siamo, ahinoi, arrivati al termine di questa giornata, all’insegna del gusto e della storia. 
Lo slalom tra vicoli e chiostri, ci ha ricondotto alle spalle di via Toledo.. dove ci porterà la nostra fame?
Bisogna fare una precisazione: tra ristoranti, trattorie e chalet, per cenare c’è veramente l’imbarazzo della scelta; allo stesso modo, però, si rischia di cadere (soprattutto in zona lungomare) nelle classiche “trappole per turisti”.
Per questo motivo, facciamo terminare il nostro viaggio gastro-sensoriale in una piccola, ma famosa trattoria, dove noi per primi abbiamo passato una divertentissima serata.
Parliamo di Nennella, un luogo sicuramente inusuale dove consumare un pasto. 
Anche perché, per la quantità di balli, musica e battute, il cibo non sarà l’unica cosa che ricorderete!
La trattoria si trova al principio dei Quartieri Spagnoli, in vico Teatro Nuovo e a due passi dalla fermata della metropolitana Toledo, considerata la più bella d’Europa (se vi capita, dateci uno sguardo).
Il menù offre le migliori pietanze della tradizione partenopea, a cominciare dalla pasta patate e provola, che è il piatto forte del cuoco!
Tra una portata e l’altra, tutto lo staff coinvolge gli avventori con canzoni, battute e burdello assortito..insomma, si finisce la giornata proprio in bellezza!

SALUTI, BACI E ABBRACCI
Ragazzi, è il momento degli addii. Abbiamo fatto il possibile per farvi assaporare, attraverso questo breve racconto, un giorno intero alla scoperta del centro storico di Napoli.
Abbiamo sperimentato questo viaggio gastro-sensoriale…e, se va bene, bisognerà brevettarlo!

Ci siamo commossi davanti al profumo di una sfogliatella e scottati le dita con una tazzina di caffè.

Vi lasciamo con questa riflessione, che facciamo sempre quando ci spostiamo: viaggiare senza scoprire il cibo dei luoghi che si visitano, è come conoscerli a metà.
Nella cucina locale è racchiusa la storia, la tradizione, il folklore, insomma, tutto ciò che riguarda davvero la cultura di un popolo!
Quindi il nostro invito è quello di viaggiare “assaggiando” ogni meta.

Un abbraccio.
Samu & Marghe alias i Dovesiba.


2 commenti

Samuele & Margherita · 22 Aprile 2020 alle 10:52 AM

Napoli, seconda casa per Samuele e casa natale per Margherita è stupenda. Grazie per l’opportunità dataci per scrivere questo articolo 🙂

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